
Nel corso delle ultime settimane abbiamo assistito ad un fiorire di prese di posizione sul problema della concorrenza sleale praticata da vettori esteri, o estero-vestiti – che effettuano trasporti di cabotaggio in Italia.
Una concorrenza sleale, quella praticata da chi effettua trasporti di cabotaggio abusivo, che sta producendo danni notevoli soprattutto alle imprese di autotrasporto che operano nel centro nord del Paese e che non può essere ulteriormente tollerata . I dati che sono stati forniti dalla Polizia stradale nel corso della Commissione sicurezza sono alquanto significativi: nel corso del 2013 le infrazioni rilevate per trasporti abusivi di cabotaggio sono state meno di 100. Evidentemente il sistema di verifica non funziona e le sanzioni non producono risultati apprezzabili. La FIAP ancor prima che i dati relativi al 2013 fossero resi noti aveva ripetutamente lanciato l’allarme e formulato alcune proposte per tentare di arginare il fenomeno. E’ evidente che, in primo luogo, occorre uno sforzo straordinario per quanto riguarda i controlli sulla regolarità dell’attività svolta dai vettori esteri nel nostro Paese. Il Ministero dell’Interno deve dare precise disposizioni in tal senso alla polizia stradale. Se non si effettuano più controlli mirati è impensabile che si possano, in altro modo, rilevare queste tipologie di infrazioni. Occorre, poi, a nostro avviso, modificare nel merito il sistema sanzionatorio. Nel caso in cui un vettore nazionale esegua trasporti abusivi, oltre alla sanzione pecuniaria di euro 4.130,00, le vigenti norme prevedono anche il fermo del veicolo per 3 mesi e, in caso di recidiva, la confisca del veicolo. Se a commettere l’abuso è un vettore estero la sanzione è leggermente più alta (€ 5.000,00), il veicolo viene sottoposto sempre a fermo amministrativo per 3 mesi ma non è prevista la confisca in caso di recidiva come nel caso che a commettere l’abuso sia il vettore nazionale. Un diverso trattamento che risulta più penalizzante per il vettore nazionale rispetto a quello estero che non trova giustificazione alcuna. La sanzione così congegnata ha mostrato tutti i suoi limiti e non ha prodotto alcun effetto deterrente proprio grazie al fatto che di controlli specifici se ne fanno una quantità assolutamente inadeguata rispetto alle dimensioni assunte dal fenomeno nel corso degli ultimi anni. Partendo proprio da queste considerazioni abbiamo proposto una modifica alle norme in base alla quale chiunque venga sanzionato per trasporto abusivo – sia che trattasi di vettore nazionale che di vettore estero - subisca come sanzione accessoria la confisca del veicolo e della merce senza dover aspettare la reiterazione di un comportamento fortemente lesivo dei legittimi interessi delle imprese nazionali che operano nel rispetto delle norme. L’effetto deterrenza sarebbe sicuramente più incisivo e, probabilmente, verrebbero a cessare alcune pratiche sfacciatamente abusive messe in campo da imprenditori di pochi scrupoli attraverso l’utilizzo di imprese estero-vestite. Cesena 28/02/2014